sabato 31 dicembre 2011

Buon

Ecco, ci siamo.
Arriva la fine dell'anno, ci mettiamo tutti ad esprimere un desiderio e poi, magari, si realizza pure qualcosa.
E se quest'anno facessimo il contrario? Diamo qualcosa e chiediamo che in cambio ci sia lasciato il desiderio.
E poi viviamo tutto il 2012 in perenne stato di eccitazione e di bramosia fisica e mentale.

Vai, fatta, ci sto.

Buon 2012
Buon desiderio.

domenica 25 dicembre 2011

Pace giustizia e amore

Mi ricordo che quando ero piccola e gli adulti chiedevano a noi bambini cosa desiderassimo per Natale, la risposta più alla moda era dire, con le mani dietro al schiena, dondolando e con gli occhi da Bambi, "Vorrei la pace nel mondo". Al che gli adulti facevano ooooh, ti davano il buffetto sulla testa e tu eri buono e sapevi che sotto l'albero arrivava il robot di Mazinga Z con i pugni che schiacciavi un bottone sul polso e partiva la mano a pugno.

La pace nel mondo, sìsì, tutti i bambini rispondevano così. Forse ce lo ripetevano a scuola, che dovevamo volere la pace nel mondo, non so perché lo dicessimo sempre, fatto sta che era un grande classico e tutte le volte che sentivo un bambino che lo diceva (i migliori erano quelli intervistati per la strada), dentro di me pensavo: FALSO! Menti sapendo di mentire, manco sai cos'è la pace del mondo e in verità sappiamo tutti e due che tu vuoi Mazinga Z.

Oggi non mi capita di sentire bambini che vogliono la pace nel mondo, anzi: oggi se glielo chiedi hanno le idee chiare e ti recitano la lista dei giochi a memoria. La pace nel mondo non c'è manco alla fine della lista.

A scuola comunque abbiamo imparato diverse canzoni e poesie di Natale. Tra i vari pensieri a Natale troneggiano sempre pace, giustizia e amore.
Allora un giorno, finite le canzoni, nell'angolino delle chiacchiere m'è venuto da chiedere ai bambini se sapessero cosa vuol dire giustizia. Su amore e pace ho dato per certo che sappiano cosa siano, anche a tre anni.
Lancio la domandona sulla giustizia. Una bambina alza la mano "ioioioioioioioioiioloso"
Dimmi, dico io.

"Giustizia è quando hai finito di mangiare e butti gli avanzi nel bidone".
Non indaghiamo.
Qualcun altro vuole provare a dire cosa significa?
Si guardano l'un l'altro con due occhi come bega. Nessuno lo sa, ma uno dei temerari tenta il colpo: "La giustizia è Babbo Natale!"

Certo, generalmente a Natale lui c'entra sempre.

No, spiego, non è proprio così. Poi tento di instradarli: mettiamo che due di voi stiano litigando perché vogliono entrambi una macchinina e non riescano a mettersi d'accordo, cosa fanno? Prima litigano, poi se non riescono a fare pace da soli chiamano la maestra che dice cosa è giusto fare e fa giustizia (e bla bla bla).
Oppure lo fa la mamma, il papà, la nonna, un grande che sta con voi.
Avete capito?
Sìhìhìhìhì, dicono in coro.

Ma, dico io, tra due adulti? Chi fa giustizia? Mettiamo che due adulti litighino per la strada e non si mettano d'accordo, come fanno? Tutti e due sono convinti di avere ragione, come fanno se non riescono a mettersi d'accordo da soli?

Ci pensano, si guardano ma nessuno sa cosa dire.
Il solito temerario alza la mano e dice, sicuro di sé: "Io lo so! Se due adulti litigano per la strada e non si mettono d'accordo, viene Gesù".

Il mio, guardate, è un lavoro durissimo, perché lì non puoi ridere. Però sorridere sì, e infatti io sorrido molto.
Quindi viene Gesù in persona a mettere giustizia? Sì, certo, perché è Natale.
L'altro grande protagonista infatti è sempre Gesù, quindi a dire Gesù nelle risposte, a Natale, difficilmente sbagli.

E' iniziato un dialogo interessante tra di loro, uno ha detto che è impossibile perché Gesù è morto, l'altro ha detto che risorge nei momenti che serve, l'altro ancora ha detto che è nel nostro cuore, però non si è capito come veniva fuori dal cuore nel momento giusto a fare giustizia, forse suggerisce la risposta nelle orecchie di entrambi, oppure solo a chi lo ascolta, l'altro ce l'ha ma non lo ascolta.

Insomma, raccolte le idee, ho spiegato un po' che succede tra gli adulti e loro sono sembrati soddisfatti. Io in verità un po' meno, perché mentre spiegavo in modo semplice come vanno le cose tra gli adulti, mi sono accorta che purtroppo nella maggioranza dei casi, oggi, la giustizia è davvero come Babbo Natale, o come Gesù: o è una cosa astratta in cui smettiamo di credere dopo i dieci anni, oppure è morta anche se speriamo sempre che ci sia, nel mondo. Ma hanno circa quattro anni, a capire quanto è complessa la faccenda fanno in tempo.

Insomma, non è la prima volta che mi trovo a insegnare valori, comportamenti, idee che so già che saranno contraddette appena i bambini incontreranno il mondo adulto.
Però oggi è Natale e non voglio pensare triste.
Sapete cosa c'è: adesso davvero ci auguro pace, giustiza e amore. Ma la giustizia prima di tutto (detto niente), ché senza giustizia ho idea che non ci sarà mai né pace, né tanto meno amore.
Auguri a tutti.

sabato 3 dicembre 2011

ti posso baciare?

Poi succede che sono al banco della carne e si avvicina una ragazza carina, ha il berretto grigio calato sugli occhi grandi e ha vissuto almeno dieci anni meno di me, io li vedo, sono tutti e dieci lì tra me e lei, anche se sono tutti i miei.
Guardiamo entrambe dentro al grande frigo. Solo che ci guardiamo dentro con occhi e pensieri diversi. Ancora non so i suoi ma i miei, mentre passo lo sguardo tra i pacchi di carne, sono più o meno: che palle, faccio da mangiare sempre le stesse cose non ho fantasia sono di una monotonia mortale.

Signora posso chiederle una cosa? Certo, dimmi.

E allora c'è lei che mi dà del lei e mi chiama signora, e soprattutto ci sono io che le do del tu.

Queste vanno bene per fare le fettine impanate? Perché io non son capace di fare da mangiare, sono appena andata a convivere, non sono capace, come si fanno? Mi scusi se glielo chiedo, è che non so proprio come si fa.

Posso baciarti?

Io la guardavo e poi ci guardavo da fuori, lei che mi dava del lei e io che le davo del tu; io, che quando era stato il mio momento tutto avrei voluto tranne che fare da mangiare, lui che aveva detto che gli piaceva e lo avrebbe fatto lui sempre e poi come è finita che invece preparavo sempre io, non lo so proprio, e insomma ho dovuto imparare a impanare la fettina, e così eravamo lì, io e lei e il suo berretto di lana grigio sugli occhi, e lei che mi dava del lei e io che le davo del tu e la volevo abbracciare, come una zia, la volevo abbracciare.

Insomma, le dico io, è facile, fai così e così, anche un po' di limone, vedrai, non è difficile.
Grazie, mi dice, grazie davvero.

E poi pensavo che ho quasi quarant'anni, ci pensavo anche prima di arrivare al supermercato mentre guidavo, è una settimana che ci penso, a come cambiano le cose, pensavo ad altro, non poprio alle fettine ma alla fine è la stessa cosa, fai le stesse fettine per dieci anni e intanto dentro ti cambia tutto.
Pensavo che è strano, il tu, il lei, la fettina e la signora che poi
sarei io. Però un po' è anche bello.
Cambiare, dicevo.