lunedì 29 ottobre 2012

amor di sintesi

1.
Io: "Chi ha voglia di raccontare una storia?"
Bambino 1: "Io io"
Io: "Vai!"
Bambino 1: "C'erano una volta tre porcellini che andavano nel bosco e poi è arrivato il lupo e li ha mangiati. Fine.
"Bambino 2: "Ma non è così! E' troppo corta!"
Bambino 1: "Ah, è vero. C'era una volta un porcellino, di legno"
Bambino 2: "Eh sì, che se raccontava le bugie gli veniva il naso lungo. Tu ti inventi le storie."

2.
Io: "Chi ha voglia di raccontare una storia?
Bambino 3: "Io io"
Io: "Vai!"
Bambino 3: "C'era una volta un pinocchietto che andava nel bosco e dopo arrivava il lupo e pinocchietto scappava, scappava nella foresta, e poi il lupo andava dietro gli alberi, e guardava, e poi pinocchietto scappava, poi il lupo l'ha preso e l'ha mangiato.
"Bambino 1: "Ma questa è la storia di cappuccetto, non di Pinocchietto!"
Bambino 3: "Ah sì è vero".
Io: "Chi ha voglia di raccontare la storia di cappuccetto rosso?"
Bambino 1: "Io io"
Io: "Vai"
Bambino 1: "C'era una volta cappuccetto rosso. Il lupo è andato a casa della nonna e se l'è mangiata, poi ha mangiato anche cappuccetto. Fine".





mercoledì 24 ottobre 2012

succede che

Succede che sto scrivendo una cosa su Socrate e quelle che furono, allora, le sue resistenze alla parola scritta; succede che ogni tanto, mentre sto scrivendo di questo, appare nel centro del testo, non richiesta, una cartella piccola, accompagnata da uno di quei rumori tipo SBENGH! che fa il computer quando c'è qualcosa che non va, quei rumori che ti fanno venire la goccina fredda lungo la schiena; una cartella scritta in inglese, con simbolino dell'attenzione, giallo, triangolare, con un punto esclamativo al centro, di quelle cartelle che tu pensi: adesso sono nella merda, e pure gravemente asina di comuter quindi incapace di risolvere alcunché; di quelle cartelle che ti volti nella stanza a cercare chiunque ti possa dare una mano, ma nella stanza non c'è nessuno e la goccina adesso è anche sulla fronte da tutti e due i lati e tu sembri un cartone animato con i connotati tipici del panico silenzioso. Di quelle cartelle che poi tu vai con la freccia sulla x rossa e chiudi la finestrella (perché tanto la finestrella maledetta non ti fa fare null'altro) e si chiude TUTTO IL FILE, non sai dove cazzo sia finito e le ultime sedici righe che hai digitato spariscono nel nulla.

Succede che questo scherzetto me lo fa diverse volte. Io inizio a pensare a cosa stia succedendo, mentre scrivo di Socrate che aveva delle grosse resistenze alla scrittura, e mi chiedo cosa penserebbe di me Socrate se fosse vivo oggi, cosa penserebbe del fatto che se non mi si salvano le sedici righe scritte, io non mi ricordo una cippa di quello che avevo scritto e devo ricominciare da capo. Succede che cerco di capire cosa succeda, e cerco una spiegazione. Sarà un file troppo lungo? Sì, lo so che è un'intuizione della specie non ci capisci davvero una minghia, però vado avanti con la forza della disperazione e inizio a dividere il testo in più file, con complessità crescente del pezzo che sto costruendo, già che sono disordinata e un po' divergente, come pensiero, mi ci mancava solo di dividere pure il discorso in sottoparti.
Succede che no, non c'entra la lunghezza (ma va? burlatevi pure liberamente di me, anche al bar), perché questo, chiamiamolo, scherzetto, me lo fa anche quando ho appena scritto solo sei righe nella parte 4 del capitolo 1, righe che OVVIAMENTE vanno perse e io devo riscriverle tutte con enorme sforzo del mio cervello ormai in avaria.
Allora no, la lunghezza non c'entra.

Succede che sto per andare ai matti, inizio a pensare che il mio pc abbia un virussone di quelli brutti, faccio la scansione di tutto il pc. Niente, il pc è pulito come il culo di un bambino appena cambiato e spalmato di cremina profumata, e però ancora la finestrella inglese accompagnata da quel rumorino da fine del mondo terracqueo continua, e io inizio ad averne un po' le palle piene.

Poi succede questa cosa: mi sembra di vedere che la finestrella compare quando io scrivo "Socrate" (oibò, penso. ma và. maddai); ma non quando lo scrivo così, corretto. No, compare quando lo scrivo sbagliandomi e mettendo anche la "o" maiuscola (sì, ho le manine fonfe e lo shift rimane schiacciato più a lungo, va bene? Burlatevi anche di questo). Sicché, dopo l'ennesima finestrella del diavolo, faccio una prova: apro un file, scrivo parole a cazzo (tipo queste: ojdnvpewndlkcnpwiejrnvòkjwaNòPVJwaio), poi salvo, poi scrivo SOcrate e... BAM! finestrella del diavolo corredata di rumorino e minacce in inglese.

AAAH-AH! Porco! Ti ho beccato!
Dopo essermi sentita il supereroe con QI sedicimilioni e mejo de scerlokkolms, mi sorge, spontanea, una domanda:  perché?
Ebbene, io che sto scrivendo un testo che riguarda Socrate e le sue resistenze alla nascita della parola scritta in un tempo in cui la trasmissione era di tipo orale, io che cerco di fare dei confronti e dei paralleli con l'era digitale e tutte le resistenze e le paure e le incertezze, io vengo "boicottata" da un "Sistema Operativo-crate".
SO-crate.
Ecco cosa succede.
Cose da non credere.
Oppure no, ho solo molta fantasia nel cercare risposte.
E no, non ho fatto la fatica di tradurre e capire cosa c'è scritto nella finestrella. In fondo io ho quel problema di presunzione per cui non leggo mai nemmeno le istruzioni di niente, figuriamoci le finestrelle terrorizzanti. Mi limito ad odiarle e a farmi spaventare a morte. E poi a indagare nei modi meno funzionali. Se c'è qualche pignolo in sala, posso farmi aiutare e postare la foto della finestrella, tanto adesso la comando io e la faccio comparire quando mi va).