venerdì 26 aprile 2013

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Mia nonna faceva da mangiare benissimo. Un giorno mia mamma le ha chiesto se le piaceva far da mangiare e lei ha detto: non è proprio che mi piaccia, ma l'ho sempre fatto volentieri.

Oggi a scuola appena usciti in giardino mi sono seduta sulla panchinetta mentre i bambini giocavano; sul tavolino ho notato due coccinelle nella tipica situazione primaveril-intima e cioè quando lui sta intimamente sopra di lei. Non li ho disturbati.

Chi l'avrebbe detto che bastava una pallina da pimpon al gatto per giocare per ore e ore.

Ho sognato che eravamo in guerra, c'era questo clima di guerra, io e certi altri eravamo in cucina, mi ricordo che ho detto: ma quanto stupidi possono essere gli uomini.

Poi, dopo un pochino, lui-la coccinella se ne è andato beato con uno svolazzo leggiadro e l'ha lasciata lì a covare il suo seme. Sedotta e abbandonata.
L'amore degli insetti. Lei, invece, dopo l'amore sul tavolo della panchina, sembrava tipo morta, non si muoveva.
Potessi sapere cosa pensa.

Ieri sera c'era un tramonto meraviglioso. E' gratis, ho pensato.

Mia nonna mi diceva tutta innamorata con la testa piegata di lato: "il tuo nonnino", e lo guardava.

Accendo la tv, c'è il tg, ci sono queste immagini di uomini vestiti bene davanti a palazzi grandi, che parlano. Ho pensato che l'uomo è una zecca della terra. 

Un due tre stella l'hanno inventato i gatti.

Poi sono arrivati i bambini.
Il giardino è pieno di coccinelle e i bambini diventano matti, riempiono secchielli, danno loro da mangiare, le fanno dormire, poi le svegliano, poi le educano, le sgridano se vogliono uscire dal secchiello, ci parlano, se potessero le obbligherebbero a vestirsi, pettinarsi, farsi il bagnetto eccetera eccetera. Lo fanno anche con le chioccioline e le formiche, stessa sorte, diverso secchiello.

Pensavo che siamo nati nudi e come uomini siamo arrivati a pensare che anche le orecchie delle donne possono essere seduttive, e a lasciarle scoperte non sta bene.

Che poi, se mangiassimo solo quando abbiamo fame.

Il gatto si stira tutte le volte che si sveglia.

I giardini delle scuole dell'infanzia possono diventare teatri dell'orrore.
I bambini hanno visto la coccinella femmina lì immobile, dopo l'amore, ma non lo sapevano, loro; hanno detto Bell-aaaaah la coccinell-aaaaaah, e l'hanno portata via.

E  come facevo io a spiegar loro che quella coccinella lì, lei in particolare, non le altre ma lei sì, forse magari avrebbe desiderato stare sola, in quel momento, che magari si doveva riposare,o beare, cosa ne sappiamo noi, cosa potevo dire, avrei voluto vedere voi, io son stata lì con la faccia da ebete, intanto loro se la sono presa e portata via, li ho visti allontanarsi con la coccinellina-mamma tra le dita, come facevo a fermarli, son stata lì con la faccia da ebete, ho pensato Alè, coccinella mia, hai un cervello grande come un granello di sabbia e t'è toccata una vita così poetica, passare dall'amore alla morte in una manciata di minuti.
Ma tranquilla, coccinella: il tuo lui non è lontano, lo trovi nel secchiello.

*sono stata molto occupata, quest'inverno. Adesso m'è tornata voglia di tornare qua, piano piano spolvero e torno a scriverci su. Ricordo che sichiama Glistupidipensieri.