martedì 30 agosto 2016

del correre

Dice che correndo la mente si svuota e invece io credo che, correndo, svuotiamo proprio nella mente un cestinello di cazzate, a milioni, e siccome di posto ce n'è, la mente si riempie, non si svuota, di cazzate. Che sembrano anche logiche, lì per lì.

Allora, mentre corriamo, la mia amica mi dice che sarebbe meglio non pensare a niente ma che è impossibile non pensare a niente, e che però si può provare a pensare a una cosa sola. Allora le dico: pensiamo "conchiglie" (dovuto al fatto che è stata la prima cosa che ho visto per terra, a risparmio assoluto di energia mentale). E così, mentre correvamo, ogni tanto le dicevo, nel silenzio, CONCHIGLIE! Secondo me interrompevo il fenomeno di riempimento di cazzate della sua mente, rideva.

Poi dopo un po' le ho detto che avevo avuto un pensiero, gliel'ho detto, dico: non è facile trovare delle cose, escluse quelle estetiche, totalmente inutili, senza un loro anche recondito motivo per esistere così come sono, senza una loro ragione d'essere, per così dire. E lei mi ha detto: te ne dico un milione, e io le ho detto: dai, sentiamo; e invece non me ne ha detta nemmeno una. 

E io invece una l'ho trovata: le cornici dei quadri che se ci pensi, che senso hanno, per me basta il quadro. Lei è stata zitta, ho pensato che era meglio se mi concentravo sulle conchiglie, e ho continuato a correre a testa bassa, zitta, e abbiamo corso senza parlare, veramente dopo lei ha guardato il cellulare, però questa qui è una cosa, del cellulare, che racconto domani, magari.

mercoledì 17 agosto 2016

ferie

Ho sentito dire che la mattina, quando ci si sveglia, i primi minuti li dedichiamo a compiere sempre le stesse azioni; questo rituale servirebbe ad uscire dallo stato di sonno, a liberarsi del mondo onirico, a entrare piano piano nella realtà. 

Mi sono accorta che è proprio così: ogni mattina quando mi alzo la gatta si desta e mi segue (o mi precede, tanto sa già), andiamo in bagno, lei si struscia sul rubinetto del lavandino, faccio scorrere l'acqua così lei beve, faccio la pipì, poi vado in cucina, la gatta mi segue (o mi precede), tiro su la persiana, la gatta mi guarda, do da mangiare alla gatta, preparo la moca, prendo i biscotti, la tazzina, il cucchiaino, lo zucchero, aspetto il caffè, bevo il caffè, mangio i biscotti. 
Ogni mattina.

Poi torno a letto.
Ciao realtà.