giovedì 28 dicembre 2017

prima o poi s'avvera



A dodici anni la professoressa di musica ci porta per la prima (e ultima) volta in sala musica e ci dice, uno alla volta, di fare la scala, con la mano destra. Io aspetto impaziente, provo per il pianoforte un'attrazione istintiva. Avevo giocato una volta con il vecchio pianoforte del nonno, avevo cinque anni, forse. Poi basta.
Quando tocca a me faccio quello che mi ha chiesto, la scala. E' la cosa più naturale del mondo. La professoressa mi guarda e mi dice: Tu  suoni già il pianoforte, vero?
No, rispondo io, è la prima volta che ci metto le mani sopra.
Fine.

Passano gli anni, è il 1997, ho venticinque anni e scrivo la tesi di laurea, sono tornata a casa dei miei e mia mamma mi dice che, se voglio, posso prendere lezioni di piano dal maestro giù a scuola, fa lezioni private. Ok, dico io.
Mi siedo emozionata, il maestro è di fianco a me e mi dice cosa fare. "Tu hai già suonato, vero?" 
No, rispondo io, per la seconda volta.
E per sei mesi studiai con lui, arrivando a metà circa del Beyer. Poi fine. "Dovresti continuare", disse; ma la vita mi ha una volta ancora allontanato dal piano.

E' il 2015 circa, in casa c'è una vecchia tastiera elettrica, compro il Beyer e, pazientemente, ricomincio, da sola.

L'anno scorso, a Natale, Lele mi regala il pianoforte, aggiudicandosi la vetta del miglior regalo da qui a nei secoli dei secoli Amen.
E quest'anno, spartiti. E suono. E mi accorgo del fatto che sì, forse il dono c'è, ma poi, senza lavoro, il dono non è niente. 
E il lavoro che richiede la musica è duro, durissimo, e forse è proprio quello che mi aggancia ogni volta, come una dipendenza, perché dopo gli sbagli, lo sforzo, la frustrazione, il tempo dedicato, una cosa è certa, che la musica in qualche modo e quando vuole lei, ti ripaga sempre. 

Alle medie qui della zona inizierà presto un corso di musica per adulti, gratuito. 
Sono già lì.







domenica 24 dicembre 2017

Buon Natale

A tutti quelli che ti dicono: Non sei mica il centro dell'universo!", ecco, a tutti quelli lì io vorrei dire che Sì, invece, carino (carino bisogna metterlo, nella frase, altrimenti cade tutto il costrutto), che sono al centro dell'universo, tutti noi siamo al centro dell'universo. Anche tu, carino. Dimostrami il contrario? Dai. Dai. Dai. (da dire tre volte per enfasi).

E poi bisogna stare fermi lì in posizione un po' aggressiva, con le mani sui fianchi e un piede davanti all'altro, ad aspettare la risposta, tanto non ce l'hanno, e poi dire: Visto?
Poi si può anche andare via.

Perché tutti quelli lì, quando ti dicono così, bisogna lasciarli nella loro doppia ignoranza, e dico doppia, mi spiego, per questo motivo:  la prima, di ignoranza, è che non si dice così alle persone, nel senso che se uno si sente al cento dell'universo, chi sei te per dirgli di no. E la seconda, di ignoranza, è che è vero che siamo tutti al centro dell'universo, infatti, anche se ci spostiamo, metti, dal divano alla sedia in cucina, siamo sempre al centro, un altro centro, ma al centro, dell'universo, e da quel centro viviamo tutta la nostra stupenda vita, tutti noi siamo un centro del mondo, ambulante.

Buon Natale a tutti, sappiate che voi siete al centro dell'universo, pensate quanto siete importanti; e visto che son buona, Buon Natale anche a quelli lì di prima, anche se sono un po' ignoranti, poveretti, però fa niente.

sabato 23 dicembre 2017

primo giorno di ferie

In questo sabato pomeriggio di beata solitudine, argino il fischio masticando cubetti di ghiaccio (essendo il tè, peraltro ottima bevanda, un piacere di troppo breve durata), ascoltando le piacevoli fusa della gatta sulle gambe, timbrando cose alla cazzo sul mio quaderno di carta, guardando un film cileno.

Ho acceso l'albero, fuori cala il sole.

martedì 12 dicembre 2017

Non son sicura

Io, in aula, a scuola, entrano, dicono Dov'è la maestra? non mi trovano mai, faccio parte del paesaggio. Mi cercano, poi io mi faccio vedere, mi dicono Non ti avevo vista, dicevo che eri un bambino anche te. 
Oggi come oggi, si ragionava, non puoi mica sparire, ti trovano subito, fan presto. Dal farmacista, per dire, ho prenotato una visita per mio figlio, m'han detto Lei signora, è la mamma? cioè Nome Cognome Data di nascita Numero di telefono? Osta, ho pensato, anche il telefono. A fare il pap test? Uguale: Lei è nome cognome eccetera. Sì sì, son io, son io. 

Io, se devo scegliere, pensavo, ecco, forse preferisco perdermi nel paesaggio. Non so, non sono sicura. Son confusa. Però non posso approfondire, che adesso ho fretta.

martedì 5 dicembre 2017

capire di non aver capito, che non è sapere di non sapere, ma una cosa diversa proprio

Quando, per esempio, torni da casa sfinita alle sette meno dieci, e sale dal mare una luna rossa bella pienotta ma non pienissima e tu pensi alla canzone Luna rotonda sul mare, il nostro disco che suona, poi scopri che è Una rotonda sul mare, il nostro disco che suona, e ti chiedi cos'è mai, questa rotonda.

sabato 2 dicembre 2017

consapevolezze pomeridiane

Adesso, contro ogni buon senso, esco, vado a comprare una pianta. Perché lo faccio?
La mia gatta, appollaiata sulle mie gambe, al caldo, sul divano, pensa che io sia una svitata. 
Anch'io lo penso, ma ciò non mi impedirà di svitloare. Tutti noi svitoliamo sapendo di svitolare. I gatti ci guardano, non capiscono ma ci accettano per quello che siamo. Ciò è molto nobile e bello da parte loro, e li rende superiori. Ecco perché li cibiamo.