mercoledì 14 febbraio 2018

margini di miglioramento

Prima, mentre mi facevo il bagno, caldo, con la schiuma, con il livello dell'acqua da annego, mi sono venuti in mente due ricordi. Il primo narra di quando facevamo il bagno io e mia sorella. Finché riuscivamo a stare entrambe dentro la vasca, tutto è andato abbastanza bene. Poi siamo cresciute e abbiamo dovuto fare i turni per chi lo faceva prima, ovviamente nella stessa acqua. E quando toccava a me, il secondo turno, ero tristissima, acqua fredda e sporca e poca.
Un giorno l'ho minacciata di non fare la pipì dentro e lei mi ha guardata con la faccia che diceva Che bella idea! e poi la faccia è cambiata in La sto facendo adesso.

E l'altro ricordo è questo: verso i vent'anni, una mattina, entro in camera mia e trovo un ragno nero grosso e peloso sul mio cuscino. Presa dallo schifo e dallo sconforto (terrore no, non mi fanno paura), inizio a pensare a come sbarazzarmene senza ucciderlo e quindi penso penso penso penso, ragiono ragiono ragiono, faccio dei calcoli, pure, e intanto non perdo di vista la bestia, e penso ragiono soppeso penso. Ad un certo punto, sempre guardando il ragno, urlo a mia madre di portarmi un pezzo di cartone e un bicchiere: l'idea è semplice, con il bicchiere copro il ragno, poi passo il foglio sotto, prendo tutto e porto il ragno di fuori.

Mia mamma arriva con bicchiere e cartoncino, si ferma, mi guarda, guarda il ragno, mi riguarda, dice "pori i me schei", prende il cuscino e lo sbatte di fuori. Ualà. Cinque secondi tutto compreso.

Adesso, con in mente questi ricordi edificanti della mia gioventù, bevo.

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